• In programmazione
  • 4-6 Aprile 2025

    ore 21:00 / 18:00

    Teatro Cilea


Aida


Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Antonio Ghislanzoni

Maestro Concertatore e Direttore D’orchestra
Filippo Arlia
Maestro Del Coro Francesco Costa
Regia Enrico Stinchelli

Scene Franco Zeffirelli
Costumi Anna Anni

CAST

Aida – Maria Pia Piscitelli
Radamès – Gustavo Porta
Amneris – Veronica Simeoni
Amonasro – Carlos Almaguer
Ramfis – Viacheslav Strelkov
Il Re D’Egitto – Francesco Villella
Una Sacerdotessa – Maria Mellace
Un Messaggero – Federico Parisi

Orchestra Filarmonica Della Calabria
Coro Lirico Siciliano

Trucco e parrucco Alfredo Danese

Direzione Organizzativa Lillò Chilà

4 aprile 2025 ore 21.00
6 aprile 2025 ore 18.00

NOTE

L’Aida fu commissionata da Isma’il Pascià, khedivè d’Egitto, ma non, come si crede, per l’inaugurazione del canale di Suez, bensì per l’apertura del Teatro khediviale dell’Opera del Cairo. Le date comunque erano quasi coincidenti; tuttavia l’opera non poté essere rappresentata se non con un anno di ritardo (1871), poiché scenari e costumi dovevano arrivare da Parigi, e la capitale francese era isolata per l’assedio dei prussiani. Con l’Aida, Verdi ha inteso dimostrare di essere capace di una grande varietà di atteggiamenti, passando dalle grandiose scene d’insieme ai singoli personaggi, dalle passioni collettive al dramma intimo. Questa esigenza stimolò Verdi a curare, da un lato, l’estrema varietà di situazioni dell’opera, in modo da amalgamare parti assai diverse tra loro; e, contemporaneamente, a cercare la massima collaborazione negli esecutori, che dovevano compenetrarsi non solo nelle loro singole parti, ma nello spirito che complessivamente anima l’opera.

Aida, un’opera senza tempo

C’è chi imputa le ragioni dell’imperitura gloria dell’Aida all’ambientazione esotica – scenari sontuosi con piramidi e sfingi – e alla bellezza delle sue arie più celebri, come la Marcia Trionfale, il duetto Celeste Aida o il gran finale O terra addio.

Di certo l’altissima magnificenza della musica gioca un ruolo fondamentale, ma non è da meno il libretto di Antonio Ghislanzoni.

Il capolavoro verdiano è un’opera in grado di toccare la sfera emotiva di ciascuno perché tratta le passioni umane: c’è la favola d’amore, certo, ma anche la gelosia, la vendetta, la sete di potere.

Ogni personaggio è la rappresentazione di un preciso tipo umano ed è contrassegnato dalla propria sofferenza, dalla propria pena, il che conferisce ad Aida, Radames, Amneris, Ramfis, il re Amonasro, un volto autentico e molto lontano dalla costruzione caricaturale tipica della rappresentazione drammaturgica.

TRAMA

Durante una guerra, Aida, la figlia del re etiope, è stata fatta schiava e portata in Egitto, dove però nessuno conosce la sua vera identità.

Durante la schiavitù ella si innamora del comandante delle truppe egiziane Radames che ricambia il suo amore.

A dividere Aida e Radames, non è solo la questione “sociale”, Radames è anche il futuro erede al trono egiziano, essendo “promesso” alla figlia del faraone, Amneris.

Durante una seconda guerra viene fatto schiavo il re di Etiopia (il padre di Aida) questi la convince ad usare il suo ascendente su Radames per farsi dire quale sarà la prossima mossa dell’Egitto contro l’Etiopia.

Radames cade nella trappola e, una volta resosi conto di aver tradito la sua patria si costituisce e viene condannato a essere sepolto vivo, nonostante le suppliche che Amneris rivolge a suo padre ed ai sacerdoti che hanno il compito di condannare (o meno) Radames.

Aida, ancora innamorata di lui, non lo abbandonerà neppure nella morte, infatti, si farà seppellire viva con lui.