• Andato in scena il
  • 28 Luglio 2016

    ore 21:15

Dieci piccoli indiani
… e non ne rimase nessuno


dal capolavoro di Agatha Christie
adattamento Edoardo Erba
con Giulia Morgani, Pierluigi Corallo, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Franco Graziosi, Luciano Virgilio, Carlo Simoni
regia Ricard Reguant

Scritto nel 1936 e pubblicato nel 1939, E NON NE RIMASE NESSUNO è considerato ancora oggi il capolavoro letterario di Agatha Christie, tanto che anche la cinematografia è piena di rimandi all’opera della scrittrice, basti pensare al film di René Clair con un cast d’epoca eccellente, oppure a tutti quei film successivi che adattavano il plot della storia a versioni più moderne. Ma dieci piccoli indiani resta nella memoria universale una perfetta struttura letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Il libro fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negri, o Dieci negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, scritta nel 1868 da Septimus Winner e anch’essa pubblicata inizialmente come Ten Little Niggers e successivamente trasformata in Ten Little Indians. Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l’anno seguente, in occasione dell’uscita negli Stati Uniti: in questa circostanza, venne scelto come nuovo titolo l’ultimo verso della filastrocca, And Then There Were None, dato che nigger è utilizzato in America come termine dispregiativo.

La storia è nota: Siamo nel 1939, l’Europa è alle soglie della guerra. Dieci sconosciuti per vari motivi sono state invitate su una bellissima isola deserta. Arrivati nelle camere, trovano affisse agli specchi una poesia, “Dieci piccoli indiani”. La filastrocca parla di come muoiono, uno dopo l’altro, tutti i dieci indiani. Una serie di morti misteriose infonde il terrore negli ospiti dell’isola, che iniziano ad accusarsi a vicenda fino ad arrivare ad una scioccante conclusione. L’assassino si nasconde tra di loro.

Forse il romanzo più cupo della scrittrice probabilmente a causa proprio degli echi della guerra che di li a poco si sarebbero fatti sentire. Ma è grazie a questa cupezza che la scrittrice da sfogo ad una vicenda piena di intrigo e suspense che trova il suo apice in un finale tra i più elettrizzanti mai scritti. L’uso della filastrocca infantile, ribadisce il clima angosciante che pervade tutto il romanzo e che si manifesta
tra i due poli contraddittori della colpa e dell’innocenza.
La versione che presentiamo diretta dal regista spagnolo Ricard Reguant, è stata un enorme successo sia a Madrid la scorsa stagione che a Barcellona, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e delineati nelle loro profondità interiori. La stessa epoca del romanzo viene rispettata cosi da ambientarla nei suggestivi anni 40’ con una scenografia in stile Art-Decò, utilizzando i colori bianchi e neri, che darà certamente impatto visivo ad uno spettacolo che vede sul palcoscenico dieci protagonisti della scena italiana, per la prima volta tutti insieme, di varie generazioni e background artistici differenti.

Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione, solo nove ne restar.

Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato, otto soli ne restar.

Otto poveri negretti se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro, solo sette ne restar.

Sette poveri negretti legna andarono a spaccar:
un di lor s’infranse a mezzo, e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto, solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale, quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti salpan verso l’alto mar:
uno un granchio se lo prende, e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti allo zoo vollero andar:
uno l’orso ne abbrancò, e due soli ne restar.

I due poveri negretti stanno al sole per un po’:
un si fuse come cera e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò, e nessuno ne restò.