Si può ridere pensando alle incongruenze della vita quotidiana? Ci si può divertire affrontando qualcuno dei temi più scottanti della nostra cronaca? Si possono mettere in scena questi temi con la leggerezza della grande tradizione della commedia italiana? E allo stesso tempo si può invitare il pubblico a qualche agrodolce considerazione sul tempo in cui viviamo?
Ci riesce Carlo Buccirosso, sempre attento alle problematiche del nostro tempo, mettendo in scena come autore, regista e strepitoso protagonista la commedia “Una famiglia quasi perfetta”
“In una piacevole e tranquilla villetta residenziale, una pacifica famigliola – lui affermato psicologo, lei insoddisfatta casalinga – sembra vivere in apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora appare come il loro principale punto di riferimento, fino a quando un giorno un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro esistenza: il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo, che piomba nel tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio!
Sembra una normale vicenda legata alle difficoltà che l’adozione di un figlio a volte può arrecare, ma il disordine legislativo, la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino, unite alla presunzione di convenienza che ormai regna nel nostro “bel paese”, e cioè che tutti siamo colpevoli di tutto salvo prova contraria, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia quotidiana, a cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai tristemente abituati”